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hanNOScritto domenica 22 luglio 2018 ore 14:54

Albert Göring, fratello antinazista di Hermann.1

RUBRICA FESTIVA CON LE PRODUZIONI ORIGINALI DEI COLLABORATORI DI QUINOS. Traduzione dal testo inglese pubblicato su "The Guardian".



BERLINO — Hermann Göring è tristemente noto per essere stato un nazista; suo fratello Albert Günther invece fu un dissidente che salvò segretamente moltissimi ebrei. William Hastings Burke (vedi foto centrale) ci racconta l'incredibile storia dei due fratelli.

Appena fuori Monaco, accanto a una vecchia quercia e a statue di angeli, si trova la tomba di Albert Göring. Ho fatto un pellegrinaggio per dire addio a quest'uomo che non ho mai incontrato, ma che sono riuscito a conoscere così bene. Per 3 anni ho ricercato le sue orme, visitando i luoghi dove visse, provando a dare un volto al Göring che la storia ha dimenticato. Il cognome è conosciuto grazie al Reichsmarschall Hermann Göring (vedi foto a sx), il famoso leader nazista e criminale di guerra. Albert, il meno noto fratello minore, era la sua antitesi: un imprenditore che divenne un eroe dell’olocausto che immolò la sua vita per salvare centinaia gli ebrei e dissidenti politici, perseguitato dal regime che il suo stesso fratello contribuì a forgiare. Il mio viaggio per ricostruire la straordinaria storia dei fratelli Göring iniziò nel 2005. Mi trovavo nel cortile più importante dell’università di Sydney il giorno del mio diploma: i miei genitori stavano provando a far funzionare la fotocamera mentre il relatore della mia tesi mi stringeva la mano, sconosciuti mi auguravano buona fortuna e tutti mi chiedevano: "Cosa avrei fatto ora? Avrei studiato per il dottorato di ricerca o forse per una carriera nella finanza?" "No". Gli dissi che avrei voluto scoprire di più sulla storia che mi ha appassionato da quando vidi un documentario che affermava che Hermann Göring, la personificazione del nazismo, avesse un fratello antinazista. Così, un mese dopo essermi laureato, armato di un “round the world ticket”, lasciai Sydney. All’apparenza sembrava il viaggio di un comune turista australiano, ma per me era una missione per capire i fatti dietro le dicerie e le congetture che avevano oscurato la vera storia di Albert e del rapporto con suo fratello. Prima fermata: gli USA e l’archivio nazionale a Washington DC. Lì trovai la lista con le 34 persone più importanti che Albert salvò durante la Seconda Guerra Mondiale. Queste cinque pagine sarebbero diventate la bussola del mio viaggio; con le voci di coloro che Albert aveva salvato che mi sussurravano le coordinate della mia spedizione, mi diressi in Germania. 

Albert e Herman vissero, con 3 fratelli, un’infanzia aristocratica. Il padre Heinrich, si godette una rinomata carriera diplomatica prima come console dell’Africa tedesca del sud-ovest (l’attuale Namibia) e poi di Haiti. Fu spesso lontano dalla sua famiglia e col tempo divenne un malinconico eremita. Sua moglie Fanny si innamorò di un medico benestante, il dr. Hermann von Epenstein. Lui fu al suo fianco quando il suo omonimo, Hermann, nacque e, alla nascita del suo ultimo figlio, Albert, annunciò che sarebbe diventato il padrino dei figli della famiglia Göring e l’avrebbe ospitata nelle sue proprietà meridionali. La famiglia passò quasi tutto l’anno a “Burg Veldenstein”, un imponente bastione medievale in Franconia (vedi foto a dx), e l’estate a “Burg Mauterndorf", un castello da favola sui Tauri dell’Austria meridionale. I pasti venivano annunciati con un corno da caccia, la servitù vestiva abiti medievali e un esercito di menestrelli era al loro servizio. Quando von Epenstein visita il “Burg Veldenstein” dei Göring, chiedeva sempre la ventiquattresima stanza del castello, vicina a quella di Fanny, aumentando i pettegolezzi su una loro relazione.«Non avevamo dubbi» riferisce il professor Hans Thirring, che passò varie estati con i Göring «tutti a “Mauterndorf” accettavano la situazione e non sembrava creare problemi a Hermann e agli altri bambini della famiglia». Si pensava inoltre che Albert fosse il frutto di questa relazione. Il figlioccio prediletto da von Epenstein (suo padrino) era Hermann, ma dopo la nascita di Albert incominciò a prendersi prevalentemente cura di lui» afferma la loro sorella, Olga Rigele. Le dicerie crescevano insieme ad Albert: le persone incominciarono a notare somiglianze fisiche con il suo padrino, in parte ebreo. Albert aveva gli occhi marrone scuro di Epenstein e la fisionomia dell’Europa centrale, mentre suo fratello Hermann aveva ereditato i penetranti occhi azzurri della madre e le caratteristiche degli ariani. Hermann era un ragazzo ribelle e, insofferente alle mura di un’aula, passava da una scuola all’altra. Nell’ultima che frequentò, taglio le corde di tutti i violini e violoncelli dell’orchestra scolastica, prima di darsi alla fuga. Per questo fu iscritto all’accademia militare dove il suo spirito guerriero potè svilupparsi. Successivamente si distinguerà come Asso dell’aviazione nella prima guerra mondiale. Si dice che Albert fosse, al contrario, un ragazzo malinconico, che prediligeva i libri e la sicurezza degli spazi chiusi e che a scuola era solito sedersi agli ultimi banchi. Sembrava che oltre al nome ci fosse ben poco a unire i due ragazzi. «Lui era sempre stato il mio contrario» Hermann riferì allo psichiatra americano Leon Goldenshon, che lo intervistò al processo di Norimberga nel 1946. «Non era interessato alla politica o alle armi, mentre io sì. Era calmo e solitario, io invece amo la folla e la compagnia. Era malinconico e pessimista, io ottimista. Ma non è un cattivo fratello, Albert ». Quando i due fratelli incominciarono a prendere strade diverse, l'abisso che li separava non fu più solo caratteriale, ma divenne anche ideologico. Dopo aver servito come ingegnere delle comunicazioni nella prima guerra mondiale, Albert si iscrisse, nel 1919, all’università tecnica di Monaco per studiare ingegneria meccanica. Qui poté incontrare e stare fianco a fianco con i futuri leader del terzo Reich incluso Heinrich Himmler, allora uno studente di agronomia attivo nelle confraternite, terreno fertile per il nascente movimento nazionalista studentesco. Albert sembrava non interessarsi alla politica e pure studiava il suo futuro nemico attentamente. Intanto Hermann, congedato come eroe di guerra, incominciò a frequentare le birrerie di Monaco dove tutti i discorsi erano contro la Repubblica di Weimar e le restrizioni imposte dal Trattato di Versailles. Nel 1922 rimase particolarmente colpito da un oratore chiamato Adolf Hitler: sbocciò così il sodalizio fra i due e, come in una classica storia d’amore, gli fu chiesta una prova di fedeltà. Questa si presentò nel 1923 col Putsch di Monaco (il primo tentativo di Hitler di salire al potere). Le ferite che si procurò all’inguine e all’anca provarono il suo valore, ma il colpo di stato fallì ed Hermann dovette darsi alla fuga. Seguirono quattro oscuri anni di esilio: Hermann divenne dipendente dalla morfina, perdendo il controllo sulla sua salute a tal punto che dovette ricoverarsi in Svezia. Questi fatti determinarono un periodo di silenzio col fratello che durerà 12 anni. Albert rinnegò Herman e le sue idee politiche: si sentì tradito come fratello e come membro della famiglia Göring. «Ho un fratello in Germania coinvolto negli affari di quel bastardo di Hitler» Albert avrebbe detto al suo caro amico Albert Benbassat «e farà una brutta fine se continua su questa strada». Hermann capirà più tardi «Non ci siamo mai parlati a causa dell’idea che Albert aveva del partito. Nessuno dei due era arrabbiato con l’altro: era una separazione dovuta alla situazione» l’Anchluss del 1938 (quando la Germania annesse l’Austria) e l'imminente guerra avrebbero portato alla fine il silenzio fra i due fratelli....

(....continua)

Traduzione da: https://www.theguardian.com/lifeandstyle/2010/feb...
Chiara Nardone, Classe 4, Liceo Scientifico, Istituto Paritario S.Caterina, Pisa.


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