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venerdì 29 marzo 2024

PAROLE MILONGUERE — il Blog di Maria Caruso

Maria Caruso

MARIA CARUSO - “Una vita da vivere” è il primo libro che ha scritto dopo aver visto il primo cielo a San Felipe in Venezuela ed aver fatto il primo ocho atràs a Pisa. E' in Italia dal 1977 e per tre anni ha abitato in Sicilia. Le piace raccontarsi e raccontare con le parole che le passano per la testa ballando un tango in milonga. Su Facebook è Marina de Caro

Il principiante e shoshin

di Maria Caruso - sabato 14 febbraio 2015 ore 16:51

Shoshin è un termine che indica la mente del novizio ovvero la mente che “decide” di iniziare la pratica religiosa buddhista. In particolare, nel Buddhismo Zen è inteso come "Mente del principiante" riferendosi al possedere un atteggiamento di apertura, determinazione, passione e assenza di preconcetti quando si studia una materia, anche quando si studia a un livello avanzato, proprio come farebbe un principiante. Se poi consideriamo che nella testa del principiante vi siano molte possibilità rispetto a quella dell’esperto che ne possiede soltanto alcune, dovremmo essere tutti felici di considerarci sempre dei principianti. 

Ad ogni modo il novizio del tango argentino ha delle connotazioni specifiche rispetto a chi è già avviato alla pratica del ballo. Il neo tanghero ha generalmente scarpe inadeguate. Le donne poi portano tacchi altissimi camminano come i funamboli cercando l’equilibrio spostando il corpo da una parte all’altra e mentre ballano, si aggrappano al malcapitato di turno perfino quando sono riaccompagnate a sedere. Gli uomini chiedono scusa a ogni passo sbagliato e si fermano in mezzo alla pista per riprendere il passo base con considerevoli vuoti di memoria sulle sequenze imparate a scuola. Le donne a loro volta stanno in tensione e si sentono morire all’idea di dover fare bolei, ganchi e volcadas quando hanno la sfortuna di ballare con un tanghero poco accorto del livello raggiunto dalla ballerina. 

La postura, i cambi pesi, le braccia ferme e la dissociazione sono ancora parole sconosciute e ripensando a quanto insegnano i maestri durante le lezioni, ballano come androidi sbarcati di recente sul pianeta. Troppe le cose da pensare: testa dritta, spalle rilassate, braccia morbide, torsione del busto e altro per godere del vero Tango. 

Gli uomini impiegano un po’ di tempo prima di buttarsi nella mischia e quando si lanciano, spesso, sono già sudati prima ancora di cominciare. Devono aspettare il momento propizio cioè quando la pista si libera e cioè mai; partire a tempo di musica, e spesso, il tempo giusto non coincide con lo spazio disponibile; e ancora, il tempo corretto, lo spazio disponibile non trovano pronta la ballerina che non “parte” insieme con l’uomo in questione poiché si era dimenticato di cambiare peso e di dare il segnale alla donna con cui sta ballando, si fa per dire. 

Una volta partiti, evitano di fermarsi per i problemi sopra accennati e si lanciano pertanto in slalom e sorpassi a uso “Valentino Rossi” alla guida della sua moto. Difatti con le braccia spostano la compagna in qua e in la e si arrabbiano pure adducendo a lei la responsabilità dell’errore, anche se la ragazza ha già un’esperienza decennale, esordendo tornato a sedere con un compagno di scuola: “Questa non mi segue…!”

Coloro che ballano con il proprio compagno/a invece litigano di continuo sia durante la lezione sia durante las milongas incolpandosi a vicenda quando un passo non riesce. Nessuno dei due riesce comunque a rilassarsi e una volta tornati a casa hanno entrambi bisogno di recuperare la fatica e l’ansia da prestazione. Gli abiti indossati in genere non sono attribuiti al livello di tango ma allo stile personale e pertanto non possiamo distinguere un principiante solo da questo; siamo capaci in generale osservare una differenza di genere: più la donna è principiante più cerca di attirare l’attenzione con “mantovane” al posto delle gonne e non si capacitano del perché nonostante ciò non vengono invitate dai tangheri più bravi; l’uomo all’opposto più è principiante maggiormente vorrebbe mimetizzarsi con la tappezzeria delle sedie giusto per passare inosservato e farsi vedere il meno possibile. 

I due sessi hanno una repulsione per le mirada e i cabezei in quanto le donne stanno a testa bassa invece di sostenere lo sguardo o di cercarlo e sperano, entrando in conflitto con il motivo per il quale sono li e cioè di ballare, di non essere invitate; l’uomo invece non si accorge quando sta ricevendo un’esortazione a ballare, limitandosi a guardare con occhi vitrei tutte e nessuna. La fase del principiante dura meno nella donna rispetto all’uomo poiché già alla fine del primo anno le donne si sentono intermedie al contrario dell’uomo in cui occorrono almeno due o tre anni. Altra categoria di cui parlare ma per la prossima volta. Ricordando a tutti che ci siamo passati tutti vi mando un abbraccio tanghero.

Maria Caruso

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