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NOSnews giovedì 04 giugno 2020 ore 12:44

Un ricercatore fiorentino scopre il primo lupo

Nella foto, la visualizzazione con la realtà aumentata mette a confronto il cranio di lupo attuale (in chiaro) e il fossile digitale di Canis borjgali (in scuro)
Nella foto, la visualizzazione con la realtà aumentata mette a confronto il cranio di lupo attuale (in chiaro) e il fossile digitale di Canis borjgali (in scuro)

Saverio Bartolini Lucenti, assegnista di ricerca dell’Università di Firenze, coordina il team che ha analizzato i fossili trovati nella Georgia



FIRENZE — Nel sito georgiano di Dmanisi sono stati individuati i resti più antichi di quello che deve essere considerato il progenitore del lupo attuale, a scoprirlo è stato un team internazionale coordinato da Saverio Bartolini Lucenti, assegnista di ricerca dell’Università di Firenze.

La scoperta è stata pubblicata in open access sulla rivista scientifica Frontiers in Earth Science e presenta nuove evidenze circa la linea evolutiva del lupo e di altre specie ad esso affini con la possibilità di visualizzare sui smartphone o tablet i reperti digitalizzati grazie ad un’applicazione di realtà aumentata.

I ricercatori hanno analizzato i resti dell’antenato del lupo rinvenuti nel sito georgiano mettendoli a confronto con quelli coevi provenienti dal Valdarno Superiore di Canis etruscus, conservati nel Museo di Geologia e Paleontologia del Sistema Museale dell’Ateneo fiorentino, considerato fino a oggi il più antico progenitore del lupo.

“Confrontando i resti delle mandibole e dei crani georgiani con quelli fiorentini - ha detto Bartolini Lucenti -, abbiamo capito che ci trovavamo davanti a una specie più evoluta rispetto a Canis etruscus, con tratti comuni a quelli del lupo attuale”.

La nuova specie è stata denominata dal team di cui fanno parte ricercatori del Museo Nazionale della Georgia, Istituto ICREA di Barcellona e Università Rovira i Virgili di Tarragona Canis borjgali (dal nome del simbolo solare a sette raggi tipico della Georgia) e presenta tratti morfologici che la pongono dunque all'origine della specie eurasiatica pleistocenica Canis mosbachensis, che a sua volta è considerata l'antenato diretto del lupo.

“L’utilizzo della realtà aumentata, usata per la prima volta in una ricerca scientifica, permette di migliorare la visualizzazione dei fossili descritti - ha detto il ricercatore -: grazie a una semplice webapp chiunque può confrontare, ad esempio, la dentatura di Canis borjgali, del lupo etrusco e del lupo odierno o le morfologie craniali con altri campioni di riferimento”.

Lo studio del ricercatore fiorentino ha come obiettivo la valorizzazione del patrimonio paleontologico del Sistema Museale di Ateneo fiorentino mediante tecniche digitali ed è stato promosso nell’ambito del progetto ‘Ricercatori per la cultura’ della Regione Toscana e cofinanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.


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