hanNOScritto martedì 18 febbraio 2020 ore 08:11
Un viaggio senza frontiere
Viaggiare non vuol dire soltanto andare dall’altra parte della frontiera, ma anche scoprire di essere sempre pure dall’altra parte.
FIRENZE — “Non c’è viaggio senza che si attraversino frontiere – politiche, linguistiche, sociali, culturali, psicologiche, anche quelle invisibili che separano un quartiere da un altro, nella stessa città, quelle tra le persone, e quelle tortuose che, nei nostri inferi, sbarrano la strada a noi stessi. Oltrepassare frontiere, ma anche amarle, in quanto definiscono una realtà, un’individualità, le danno forma, salvandola così dall’indistinto, ma senza farne idoli che esigono sacrifici di sangue. Saperle flessibili, provvisorie e periture, come un corpo umano, e perciò degne di essere amate; mortali, nel senso di soggette alla morte, come i viaggiatori, non occasione e causa di morte, come lo sono state e lo sono tante volte. Viaggiare non vuol dire soltanto andare dall’altra parte della frontiera, ma anche scoprire di essere sempre pure dall’altra parte”. (Claudio Magris, L’infinito viaggiare).
Nella foto il gruppo degli studenti che hanno completato con l'insegnante Cafalpietro il viaggio nei luoghi della memoria è con Matteo Mazzoni, Direttore dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Firenze.
gdb
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