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hanNOScritto mercoledì 15 febbraio 2017 ore 11:17

​Il Cinese

Un giallo di Henning Mankell ci fa riflettere sui cambiamenti del mondo.



PONTEDERA — Il Cinese, scritto dall’affermato scrittore svedese Henning Mankell, edito in Italia dalla Marsilio nel 2009, ci trasporta dalle desolate e solitarie lande del sud della Svezia, passando dalla diaspora di un popolo schiavizzato, seviziato e costretto alla costruzione di un’enorme opera che segnerà il destino di una nazione, ci porta fin dentro le varie contraddizioni e sfaccettature del gigante Cina.Tutto ha origine con un’improvvisa strage che sconvolge la Svezia: 19 persone vengono ritrovate morte in un villaggio sperduto nella taiga svedese. Solo un indizio collega un giudice svedese con una delle famiglie più importanti della Cina moderna, una famiglia arricchitasi alle spalle del veloce progresso cinese, progresso che ha lasciato grosse diseguaglianze nel paese, ed è frutto di un antico regolamento di conti. Il lettore verrà lanciato in un mondo di sotterfugi e inganni dove è facile perdersi con un’altissima posta in gioco: gli equilibri geo-politici del futuro. Solo Mankell poteva riuscire a far spaziare un romanzo giallo attraverso 3 continenti e due secoli di storia mondiale. La formula di base è abbastanza classica, un giudice in crisi, Brigitta Roslin, che trascina un matrimonio stanco tra il tran-tran dell’aula del tribunale e la sua collezione di vini pregiati. Un equilibrio che ben presto si rompe, quando sulle prime pagine di tutte le principali testate svedesi appare la notizia della strage, fra le cui vittime compaiono anche i nonni acquisiti di Brigitta. Questo e un fantomatico ‘nastro rosso’ porteranno la giudice ad invischiarsi in un gioco più grande di lei che riguarderà nientemeno che il futuro della Cina. Infatti la strage si rivela essere l’atto finale dei un volontà vendicativa vecchia di secoli portata avanti da una famiglia che determinerà il cambiamento definitivo del destino della Cina. Il paese dovrà scegliere se divenire una neo-potenza coloniale o proseguire il progetto di stato socialista e egualitario che sembra essersi perduto dai nuovi “mandarini” cinesi: i grandi magnati industriali. Il racconto nel libro, per quanto corposo (581 pagine) scorre velocemente sotto gli occhi del lettore che rimane intrappolato in questa storia di vendette e di misteri. Un romanzo che non è solo un modo per impiegare il tempo in treno o in autobus, ma è anche un modo per farci riflettere su quanto effettivamente il nostro mondo stia cambiando senza che noi possiamo rendercene veramente conto.

Giulio Altese 

4B Liceo Classico XXV Aprile - Pontedera


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