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NOSnews lunedì 25 maggio 2020 ore 16:02

Sport al tempo del Covid, parla Stefania Bucci

Stefania Bucci

La straordinaria ginnasta toscana, oggi tecnico federale, racconta il rientro in palestra nella seconda fase dell'emergenza sanitaria per Covid 19



MONTEVARCHI — Stefania Bucci, testimonial eccezionale dello sport toscano, ha raccontato a QUInos il rientro in palestra nella seconda fase dell'emergenza Covid 19.

La passione per la ginnastica artistica l'ha portata a grandi traguardi come componente della Nazionale Ginnastica Artistica Femminile, dal Mondiale a Varna ai Giochi di Algeri agli Europei di Skien fino alle Olimpiadi di Montreal del 1976, ha fondato la Società Ginnica Giglio di Montevarchi ed è una talent scout con i fiocchi, oltre ad essere istruttrice e tecnico dello staff della nazionale di ginnastica artistica femminile della Federazione Ginnastica d'Italia.

Le atlete sono anche studentesse, abituate a conciliare scuola e palestra, come hanno vissuto questo periodo?

"A giudicare dall'esuberanza che mostrano in questi giorni è stata proprio una esperienza di costrizione forzata. Niente scuola e niente palestra per settimane. Abituate ad avere dei ritmi di studio e di allenamento ben precisi si sono sentite rinchiuse e adesso per noi è persino difficile contenerle. Non vedevano l'ora di ritrovarsi e tornare agli attrezzi".

Come vi siete organizzati?

"La paura di poter tornare indietro è tanta quindi abbiamo deciso di adottare la massima cautela e da Direttrice Tecnica Regionale ho proposto una ripresa molto graduale. L'agonismo è ripreso il 4 Maggio, poi la scorsa settimana abbiamo aperto ad i piccoli gruppi e con questa settimana contiamo ad accrescere il numero di partecipanti alle sessioni. Consideriamo che nella nostra palestra di Montevarchi entrano 30 atlete ma ci atterremo per adesso su gruppi da 10, con più turni".

Dal punto di vista pratico quali sono gli accorgimenti da adottare in palestra?

"Purtroppo gli atleti devono dimenticarsi lo spogliatoio, almeno per adesso. Sembra strano partire da questo ma chi fa sport conosce le dinamiche e lo spogliatoio è il cuore dell'attività perché qui si fa veramente gruppo. Si arriva già vestiti in tenuta da palestra e con la mascherina. Non è possibile cambiarsi né all'inizio né alla fine dell'allenamento, ed ovviamente niente doccia. Si lascia la borsa al sicuro. Si tolgono le scarpe che vengono chiuse e messe da parte. A quel punto tutto si svolge tra gli attrezzi dove alla solita concentrazione si sommano il mantenimento delle distanze, il lavaggio delle mani, la sanificazione e l'attenzione a non toccarsi. Su questi aspetti gli istruttori devono prestare molta attenzione ed intervenire, vigilare, riprendere perché viene naturale avvicinarsi, parlare, scambiarsi pareri oppure toccare un attrezzo e poi passare ad un altro senza fare il lavaggio delle mani". 

Veniamo alle società, sono pronte alla sfida?

"Purtroppo per le società subentrano vari fattori di rischio. Il primo è di carattere economico, riducendo il numero degli atleti si riducono anche gli introiti. Poi esiste una problematica strutturale, molte società si appoggiano a stabilimenti in affitto e sostenerne il costo non è facile, inoltre c'è chi uno spazio non lo ha proprio ed allora si appoggia alle strutture scolastiche che oggi sono impraticabili. Come federazione stiamo facendo molto per non lasciare indietro nessuno".

Ci sono degli aiuti?

"In questo frangente siamo ancora in attesa di capire quali possano essere gli sviluppi a livello istituzionale, per quello che può fare la Federazione però abbiamo reso disponibili i tre poli toscani, a Montevarchi, Montespertoli ed a Tirrenia per ospitare le società che ne faranno richiesta. L'attività sportiva non può essere fermata, è difficile dire a qualcuno "Non ti puoi allenare perché non c'è spazio" per questo ogni sforzo è necessario e se manca la base manca tutto. Quindi stiamo cercando di rafforzare la base per dare fiducia a tutti".

Cosa ti aspetti dal mondo dello sport?

"Nella nostra attività, sia a livello agonistico che tra le prime leve, predichiamo la disciplina come base formativa. La disciplina è quello che serve in questo momento. Rispettare le direttive per non tornare indietro ma farsi trovare preparati quando potremo aumentare i posti e ridurre le distanze".


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