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NOSnews mercoledì 21 giugno 2017 ore 14:09

Uno squalo fra i poeti

Pescato uno squalo Mako a Livorno.



LIVORNO — Era il 2 Giugno 2017 e, a largo della Meloria, 5 miglia dalla costa, Andrea Brogi, pescatore di professione, ha trovato uno squalo nella sua rete.

Si trattava di una femmina di piccole dimensioni, che però, secondo le ricostruzioni dell’ARPAT, sarebbe presto diventata “grande”. Attratti dal clamore della notizia, ci siamo messi in moto per conoscere dal vivo la vicenda e siamo riusciti a incontrare a Livorno Andrea Brogi, nell’ufficio della cooperativa Costa Ovest, insieme al collega pescatore Gionata Argelli.

Abbiamo così cercato di avere qualche particolare in relazione al fatto. Il pescatore ci ha raccontato di aver calato le reti, come suo solito; la mattina dopo, quando le ha salpate, ha prima sentito poi visto “qualcosa di grosso”. Non era un Palombo (nome scientifico commerciale: Mustelus Mustelus Sigla Alpha 3: SMD ) come aveva pensato, ma un cucciolo di Mako, uno squalo che non è comune nei nostri mari, ma che è ben noto come “protagonista” del romanzo “Il Vecchio e il Mare” di E. Hemingway e del film “Lo squalo" di S.Spielberg.

Andrea ci ha anche detto che quello non era stato il “suo” primo squalo, ma il secondo pescato in un anno, a dimostrazione che queste specie si stanno avvicinando alla costa. Alla nostra naturale domanda sulla pericolosità o meno di questa specie ci ha risposto che molti pensano che il Mako sia una delle specie più pericolose che si aggirano nel Mediterraneo.

A questo punto abbiamo chiesto all’altro pescatore, Gionata, cosa pensasse lui dell’accaduto. In merito allo squalo Gionata ha ammesso essere stato un bene pescarlo, evitando il pericolo di un incontro ravvicinato con subacquei o altri pescatori. Irretite dalla grande passione con cui li sentivamo parlare del mare e dei suoi abitanti, abbiamo chiesto a Gionata: “Ma voi pescatori, come vi definireste: predatori o ultimi romantici?” il nostro interlocutore non ci ha dato una risposta, ma si è espresso con una riflessione che ci sembra una poesia:

Nel mio breve percorso a pelo d’acqua ho incrociato un nutrito e assortito numero di pescatori che starebbero bene in una macedonia, alla fine chi l’assaggia ne resterebbe strabiliato, ma tentare di estrarne l’essenza è una sfida da alchimisti navigati.

Quando molli le cime e il tuo guscio muove la sua traccia è come attraversare una porta spazio-temporale, tutto ciò che è terreno diventa sempre più un ricordo sbiadito, lontano.

Ora X: chiari scuri marcano le differenze, una bandierina (inizio-fine). Pochi elementi. Il pescatore pensa: il mare è coperto.

Come in uno screensever, non in loop, ma in moto perpetuo: te, luna-sole, onde, gabbiani, barche, delfini ci/si muovono… Questo è il nostro desktop.

In un mare spietato viviamo e ci arricchiamo della e per l’altrui morte, siamo l’unico pesce che può essere mangiato dal mare.

Ma nel profondo forse siamo dei nostalgici e, spinti da un richiamo atavico, abiuriamo la scelta terrestre per tornare a quella acquatica.”

Chapeaux Gionata! Congratulazioni Andrea!

Elisa Gini e Rachele Taddei

Classe 4a A Istituto XXV Aprile, Liceo Scientifico, Pontedera

https://www.coopcostaovest.com/


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