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soNOSolidale mercoledì 10 ottobre 2018 ore 14:40

What you gonna do when the world’s on fire?

Direttamente da Venezia un film vincitore di un premio Unicef



PISA — Pisa, Cineclub Arsenale, 10 ottobre 2018. “Razza è se sei nero o bianco”. Questa frase, così incisiva, la dice l’adolescente Ronaldo al fratellino più piccolo, Titus, nel film “What you gonna do when the world’s on fire?” che a Venezia è stato premiato con la Segnalazione Cinema for UNICEF da una giuria di giovani.Il film, del regista italiano Roberto Minervini, è tutto girato in bianco e nero, come bianchi e neri sono i personaggi e le situazioni del docufilm. È ambientato a Baton Rouge, capitale della Louisiana (USA) che fu teatro, nel 2017, di misfatti antirazziali e di conseguenti rivalse, intenzionalmente pacifiche, dei neri organizzatisi in “Black Panther”. A Pisa la proiezione del film è stata organizzata in tandem dal Comitato Unicef e dal cinema Arsenale e nei due giorni di programmazione ha visto, il giorno 8 ottobre la partecipazione di una terza e una quarta del Liceo Artistico Russoli, accompagnate dai proff. Martini, Muzio e Scatassi e da una seconda e una terza del Liceo Classico Galilei, accompagnate dai proff. Donati, Matia e Stefanini. Era presente anche la studentessa del Classico Matilde Strambi che, come membro della giuria esaminatrice, ha saputo dare ragguagli e notizie del tutto inediti sul film.

Oggi 10 ottobre hanno partecipato tre classi di futuri ragionieri del Pacinotti, accompagnate dai proff. Colaprete, Bossi e Pecori. 140 studenti dunque in tutte e due le giornate, con l’impegno, concordato con l’Arsenale, di devolvere una quota del ricavato al Comitato Unicef di Pisa. Dopo un saluto di benvenuto e una breve introduzione al film da parte del Presidente Provinciale Unicef di Pisa Giuseppe De Benedittis, il film è iniziato e nei 123 minuti della sua durata è riuscito a tenere praticamente incollati alle poltroncine tutti gli studenti, tanto che pochi, anzi pochissimi si sono alzati anche solo per andare al bagno. Lo schermo cupo e i personaggi, sono apparsi tutti ugualmente forti, sia i grandi uomini e donne neri, sia i due fratellini neri anch’essi, tutti, proprio tutti si sono imposti all’attenzione e la lingua non ha costituito alcuna barriera, sia perché il film era sottotitolato, sia soprattutto perché l’americano misto a indio, masticato da alcuni personaggi e scandito da altri, è anch’esso un vero elemento della scena.
Alcuni studenti hanno promesso di scrivere le loro impressioni e così, aspettando i loro contributi, non procediamo oltre nella disamina della storia, la cui visione consigliamo senz’altro, con l’avvertenza che i ragazzi e le ragazze siano almeno del triennio superiore: le immagini, le situazioni, le espressioni usate e le stesse singole parole usate in certe situazioni richiedono menti mature e salde.
Giuseppe De Benedittis


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