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terraNOStra domenica 19 febbraio 2017 ore 22:43

I grandi carnivori ritornano

Lupi, orsi, linci e foche ripopolano i loro antichi habitat.



PONTEDERA — Oggi sembra impossibile, ma fino a non più di due secoli fa grandi predatori come il lupo, l’orso e la lince popolavano numerosi le montagne del Bel Paese, ancora selvagge e incontaminate. Vuoi per la distruzione dei loro habitat naturali, vuoi per una caccia intensiva e spietata, questi animali, al vertice delle catene alimentari, sono praticamente scomparsi dall’Italia. Così pure nel mare, grotte, scogliere e spiaggette delle coste italiane erano frequentate abitualmente dalla foca monaca. Poi sono arrivati l’allevamento, la pesca intensiva e l’antropizzazione e per i grandi carnivori, potenziali predatori, non è rimasto più tanto spazio. Negli anni Settanta aveva raggiunto il suo minimo storico il processo di estinzione delle specie animali più “ricercate”, non solo in senso poliziesco, per l’aggressività verso bovini, ovini e pesci, ma anche per i loro mantelli pregiati. Il lupo appenninico, in conseguenza di una vera e propria persecuzione di massa, si era ridotto a non più di un centinaio di capi, dispersi nelle aree più remote, mentre i pochissimi superstiti di orso erano confinati in zone alpine e appenniniche, difficilmente raggiungibili. La foca monaca, un tempo molto diffusa nei nostri mari, come testimoniato da Omero nell'Odissea, dopo secoli di massacri da parte dei pescatori, dai quali era considerata (a torto) una pericolosa concorrente, aveva definitivamente abbandonato le coste italiane. Della lince, grosso felino già di per sé schivo, si erano perdute le tracce da decenni. Certamente ha giocato un ruolo fondamentale la protezione di vaste aree di interesse zoologico creando i Parchi Nazionali, zone franche in cui la caccia è rigorosamente vietata. Inoltre sono stati promossi diversi progetti atti al ripopolamento, al fine di importare dall'estero nei loro habitat originari, quegli animali che fino a pochi decenni prima erano stati cacciati spietatamente. La mentalità è cambiata anche da parte delle autorità , oggi si favoriscono campagne di monitoraggio degli esemplari delle specie rare e si è compreso che la presenza dei grandi predatori garantisce efficienza nei ritmi naturali, impedendo l'eccessiva proliferazione di animali che possono essere dannosi se troppo numerosi, come per esempio i cinghiali. Dunque, il lupo da cento sparuti esemplari ha ormai ricolonizzato la penisola, arrivando a sfiorare i 2000 capi, addirittura avvicinandosi alle zone abitate, come nel recente caso di un esemplare investito in Val di Cava, a neanche un chilometro da Ponsacco. Quanto all'orso, seppur con notevoli difficoltà, dovute al bracconaggio e all'antropizzazione, si sta riuscendo a tenere stabile il numero di esemplari, sia in Trentino che in Abruzzo. Gli avvistamenti della lince continuano in molte aree dell'arco alpino (è già stanziale in Friuli) e in alcune aree dell'Appennino e in zone tosco-emiliane. Guardando il mare gli esemplari di foca monaca sono ormai stabili nelle Isole Egadi, in Sardegna, nell'Arcipelago Toscano e Isole Pontine, nel Salento e perfino nella costa veneziano-friulana. Dunque, numeri alla mano, i grandi carnivori sono proprio tornati. Presto si porrà la domanda: come conciliare questi (graditi) ritorni con le esigenze degli allevatori?

Lorenzo De Carlo 

4A Liceo Classico XXV Aprile - Pontedera


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