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NOSpettacoli lunedì 13 marzo 2017 ore 09:20

​Rosso Istanbul

Un film d'emozioni e poco più



PONTEDERA — Il nuovo film di Ferzan Özpetek, il pluripremiato regista turco che torna nelle sale dopo 3 anni, si presenta come un prodotto con tante lacune e con poco altro, un vero peccato se si considerano gli altri film di Özpetek. Nel film “Rosso Istanbul” è trattata la vicenda di un vecchio scrittore di nome Orhan Sahin che, dopo molti anni di assenza, torna a Istanbul per aiutare Deniz Soysal a redigere il suo primo libro. Soysal è un noto regista il cui unico tratto distintivo pare essere il possesso di una casa rossa e di una parete ricoperta da ritagli di giornale. Conoscendo i familiari e i conoscenti di Deniz, protagonisti del libro, e conoscendo allo stesso tempo la bozza del libro, Orhan coglie i contrasti e le differenze fra le persone reali e la loro rappresentazione romanzata. Questi contrasti vengono poco approfonditi nel film, salvo che in qualche sporadico episodio. Purtroppo nella vicenda narrata in questo film, a differenza di altri film dello stesso regista, manca una trama chiara; questa si sviluppa in scene che sono poco collegate tra di loro. Orhan interagisce con i vari personaggi, tra vecchi amori e antichi ricordi di una città, cambiata dalla modernità e dalle feste chic nei salotti dei grattacieli, tanto da farci quasi dimenticare che ci troviamo ad Istanbul. In effetti da un film con “Istanbul” nel titolo ci saremmo aspettati di entrare in una delle città più antiche e affascinanti del mondo. Invece andiamo incontro a un’amara delusione quando constatiamo che della vecchia città non ci vengono proposte che poche inquadrature di oscuri vicoli e di noiose traversate del traghetto sul Bosforo. L’intento del regista era forse mostrare com’è la nuova Istanbul, ma il risultato che ottiene è una pesante sensazione di finzione che sembra pervadere un po' tutto il film. 

Poco realistica, in alcuni momenti, è l’interpretazione dei vari attori, sballottati tra le varie scene di cui si fatica a seguire l’intreccio. In effetti la recitazione non è sempre ben riuscita, forse anche per il fatto, in sé ammirevole, che sono stati scelti, come interpreti, dei dilettanti nativi turchi.

La fotografia è uno degli aspetti positivi di questo film: riesce a regalarci dei veri e propri quadri da ammirare che fanno passare in secondo piano, le azioni che si svolgono al loro interno.

Nel 2015 in un’intervista poco prima di iniziare le riprese,  Ferzan Özpetek dichiarò che “un film per avere futuro deve regalare emozioni”. Rosso Istanbul sembra volerlo fare, ma non si vive di sole emozioni.

Giulio Altese

4A, XXV Aprile Liceo Classico_Pontedera


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